La storia
Le fondamenta della storia e della cultura cinese affondano le loro radici in un passato millenario, in una ricchezza patrimoniale che continua a permeare il tessuto del mondo contemporaneo.
Emergendo dai secoli, le origini della civiltà cinese si delineano lungo le rive dei fiumi Yangtze e Huang He, conosciuti rispettivamente come il Fiume Azzurro e il Fiume Giallo. Qui, tra antichi insediamenti agricoli, nacquero le prime comunità che gettarono le basi di quella che sarebbe poi diventata una delle più antiche e progredite civiltà del mondo.
Le prime dinastie cinesi, tra cui la leggendaria Xia e le storicamente documentate Zhou e Shang, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia millenaria del paese: hanno infatti contribuito in modo significativo allo sviluppo agricolo e metallurgico, plasmando il sistema linguistico, religioso e filosofico dell’epoca.
Durante il periodo delle dinastie pre-imperiali, per l’appunto, la filosofia ha iniziato a prendere forma delineandosi con i pensatori Confucio, Sun Tzu e Laozi, che hanno sviluppato autoctoni sistemi di pensiero etico-spirituali che ancora oggi permeano la cultura cinese.
Con il passare dei secoli, la Cina ha conosciuto periodi di forte unità, ma anche di sanguinosa divisione, di prosperità e di declino, di eterni conflitti e di pace armoniosa, mantenendo pur sempre una continuità culturale e una forte identità nazionale. Le grandi dinastie imperiali, tra cui Han, Tang, Song e Qing, hanno lasciato un’eredità di enorme importanza in ambito architettonico e tecnologico, ma anche letterario, artistico e culturale che hanno permesso all’impero cinese di esistere solidamente fino al Novecento.
L’evoluzione cinese è sempre stata constante e in divenire, fino a raggiungere l’apice della trasformazione post-maoista negli anni Ottanta del Novecento con l’avvio delle riforme economiche e l’apertura verso il mondo esterno sotto la guida di Deng Xiaoping. Durante questo periodo, il paese si trasformò da una realtà prevalentemente agricola a una delle principali potenze economiche mondiali, re-definendo l’identità nazionale secondo nuovi canoni di modernizzazione e globalizzazione, introducendo nuove idee, pratiche e influenze culturali nell’intricato tessuto tradizionale della società cinese. Oggi la Cina riflette perfettamente una fusione dinamica tra la sua storia millenaria, fatta di cerimoniali e tradizioni, e le influenze moderne, fatte di innovazione e multiculturalismo.
Un paese, due sistemi
Un paese, due sistemi è un concetto politico che si riferisce alla politica di governo adottata dalla Repubblica Popolare Cinese per le regioni amministrative speciali di Macao e Hong Kong.
Il principio è stato formulato da Deng Xiaoping negli anni ’80 e ’90 del Novecento e si pone come soluzione per garantire un alto grado di autonomia a uno stile di vita distinto nelle due regioni, pur facendo queste parte della RPC.
L’idea alla base del sistema consiste nel permettere a Macao e Hong Kong di mantenere i propri sistemi legali, politici ed economici, rimanendo così distinti dal resto della Cina continentale, per un periodo di almeno 50 anni dopo il loro ritorno alla RPC, rispettivamente avvenuto nel 1999 e 1997. I due territori hanno quindi un proprio sistema giuridico basato sul common law, un’economia capitalistica e una relativa libertà politica, diversamente dall’economia pianifica e dal socialismo con caratteristiche cinesi della RPC.
Il sistema linguistico
Il sistema linguistico cinese è globalmente noto per la sua diversità e ricchezza, con una storia millenaria e una notevole quantità di varianti linguistiche che riflettono la complessità culturale e geografica del paese. Si tratta di un affascinante microcosmo dalla complessità e dalla bellezza stupefacente, che nasce migliaia di anni fa durante l’era della dinastia Shang (1600-1046 a.C.). Durante questo periodo, sono state infatti realizzate le prime ossa oracolari, pezzi di osso o guscio di animale incisi o dipinti con iscrizioni per registrare divinazioni e cerimonie religiose.
Nel corso dei secoli, la lingua cinese antica ha attraversato un’evoluzione linguistica affascinante, generando una ricca diversità di dialetti regionali e varietà linguistiche. Una delle trasformazioni più significative è avvenuta durante il periodo dei Cinque Imperatori (220-280 a.C), quando si assiste all’emergere del cinese vernacolare: questa forma di cinese, utilizzata nella vita quotidiana e parlata dalla popolazione comune, rappresentava un contrasto netto rispetto al cinese classico, che rimaneva riservato all’élite istruita e ai letterati imperiali. Il cinese vernacolare, o linguaggio del popolo, si distingueva infatti per la sua semplicità e praticità, contrapposto alla complessità e alla formalità del cinese classico; questo cambiamento linguistico non solo ha riflettuto l’evoluzione sociale e culturale della Cina antica, ma ha anche contribuito a una maggiore inclusione e partecipazione della popolazione nella comunicazione e nella cultura. L’ascesa del cinese vernacolare ha rappresentato infatti un importante passo verso la democratizzazione della lingua e della cultura cinese, aprendo la strada a una maggiore diffusione e comprensione delle idee e dei valori tra le diverse fasce della società.
Durante il periodo maoista, la Cina ha vissuto una delle trasformazioni linguistiche più significative della sua storia moderna: una massiccia campagna di standardizzazione linguistica. Questo ambizioso sforzo nazionale aveva come obiettivo principale consolidare il cinese mandarino come lingua ufficiale e standard per l’intero Paese, promuovendo così l’uniformità linguistica e facilitando la comunicazione su vasta scala. Il mandarino ha acquisito sempre maggiore importanza come lingua di istruzione, comunicazione mediatica e amministrazione, diventando il principale veicolo di espressione nella società cinese.
L’effetto di questa politica linguistica si è riflesso anche sul tasso di alfabetizzazione del paese, che ha registrato un notevole incremento negli ultimi decenni. Questo successo è stato in gran parte attribuito ai massicci programmi educativi promossi dal governo, mirati a estendere l’accesso all’istruzione e a migliorare le competenze linguistiche della popolazione. L’alfabetizzazione diffusa ha giocato un ruolo fondamentale nell’elevare il livello educativo complessivo del paese, facilitando la partecipazione alla società moderna e contribuendo alla crescita economica e sociale della Cina.
Nel panorama linguistico cinese si distinguono quindi diversi sistemi di linguaggio, tra cui il cinese classico o tradizione e il cinese moderno, per il quale è interessante comprendere la differenza tra lingua cinese e cinese mandarino.
Il cinese classico, o tradizionale, è una forma di linguaggio prevalente nella letteratura e nella documentazione storica fino al XX secolo e tutt’oggi in uso come forma di scrittura nella Repubblica di Taiwan. Caratterizzato da una grammatica complessa e un vasto vocabolario, il cinese classico è paragonabile al latino per la sua antichità e struttura.
Il cinese moderno o lingua cinese moderna, d’altra parte, si riferisce alle varie forme di cinese parlate e scritte oggi, tra cui il mandarino, che è la forma standard utilizzata come lingua ufficiale in Cina continentale e Taiwan. Il cinese moderno è il risultato di secoli di evoluzione linguistica e di influenze culturali, ed è la lingua predominante nella vita quotidiana, nell’istruzione, nei media e nell’amministrazione moderna.
Il termine cinese moderno o lingua cinese moderna definisce un’ampia categoria che include tutte le varietà linguistiche parlate in Cina e nelle comunità cinesi nel mondo, inclusi dialetti regionali, varietà storiche e la forma moderna standard utilizzata nell’istruzione e sancita dalla Costituzione, il mandarino.
Il cinese mandarino, in cinese Putonghua, una delle varietà linguistiche più diffuse e basato principalmente sul dialetto di Pechino, è infine una componente della lingua cinese, che ricopre una posizione predominante nel panorama linguistico nazionale dato il suo impiego istituzionale e ufficiale a livello nazionale.
La religione
In Cina il concetto di religione si srotola in un tessuto intricato di tradizioni culturali e spirituali che ne hanno plasmato la società per secoli.
Nonostante il paese sia noto per il suo laicismo di stato e per la promozione di una filosofia di pensiero secolare, la religiosità cinese è caratterizzata da una vastità di pratiche spirituali e credenze tradizionali.
Tra le varie religioni praticate in Cina ci sono Buddhismo, Taoismo e Confucianesimo, affiancate da una grande varietà di pratiche religiose locali.
Il Buddhismo è stata una delle principali influenze spirituali non-autoctone della Cina. La tradizione buddhista ha avuto un’importante influenza sull’arte, la filosofia e la pratica spirituale cinese. A questa, si è sempre però affianca anche l’influenza del Taoismo, religione autoctona concentrata sul principio cosmico che permea il mondo e promuove l’idea di vivere in accordo con natura e flusso di vita.
Infine, il Confucianesimo si concentra sulla sfera etica e sui valori molari, promuovendo l’importanza delle relazioni familiari, sociali e politiche, andando a contribuire al complesso sistema religioso-filosofico della Cina antica e moderna.
Oltre alle religioni istituzionalizzate, la Cina è permeata da tradizioni e festività che affondano le radici nella sua storia millenaria.
Tra queste, la più importante è certamente la Festa di Primavera, o Capodanno Cinese, una celebrazione che segna l’inizio del nuovo anno lunare, un momento per dedicarsi alla riunione familiare – potremmo dire una versione laica del nostro Natale, più che del nostro Capodanno – .
La Festa delle Lanterne segna la fine delle celebrazioni del Capodanno cinese e durante questa occasione vengno celebrati spettacoli culturali, sfilate e danze del dragone e del leone.
Oltre alle festività nazionali, la Cina ha visto ultimamente emergere nuove celebrazioni che riflettono l’evoluzione della società e le tendenze culturali moderne. Tra queste, la più nota è il Double Eleven o Giorno dei Single, che cade l’11 Novembre di ogni anno. La festa originariamente era una sorta di anti-San Valentino, ma ora è ormai diventata una delle più grandi occasioni di shopping online a livello mondiale dopo la popolarità acquisita dalle promozioni dedicate di Alibaba.
L’economia
L’ascesa dell’economia cinese negli ultimi vent’anni ha trasformato radicalmente il panorama economico mondiale, conferendo alla Cina un ruolo centrale e influente. Le riforme avviate negli anni Ottanta hanno segnato l’inizio di questa trasformazione, con l’adozione di politiche di apertura e riforma che hanno aperto le porte agli investimenti stranieri e stimolato la crescita del settore manifatturiero. Questo cambiamento ha permesso alla Cina di integrarsi sempre più nell‘economia globale, diventando una forza trainante della crescita economica mondiale.
Internamente, l’economia cinese ha registrato un notevole sviluppo, con tassi di crescita impressionanti alimentati da una robusta domanda interna, consistenti investimenti pubblici e una rapida espansione dei servizi. Le città cinesi, in particolare, sono diventate veri e propri motori economici, attraendo sempre più investimenti esteri e fungendo da epicentri per l’innovazione e lo sviluppo industriale.
A livello globale, la Cina ha assunto un ruolo di primo piano, contribuendo in modo significativo alla produzione mondiale, agli investimenti esteri e al commercio internazionale. La sua crescita economica costante e la sua vasta rete di relazioni commerciali hanno reso la Cina un partner essenziale per molte economie, influenzando direttamente i flussi commerciali e gli equilibri globali.
Il rallentamento della crescita post Covid, la pressione sui mercati finanziari e la necessità di riforme strutturali per affrontare temi delicati tra cui l’inquinamento ambientale, la pressione demografica e la disuguaglianza economica, sono sfide importanti che la Cina si trova a dover affrontare oggi. Tuttavia, il suo ruolo centrale nell’economia globale rimane incontrastato: con una popolazione di quasi 1.5 miliardi di persone, un vasto mercato interno e una rapida crescita economica, la Cina continua ad esercitare un’influenza importate sui mercati finanziari, sul commercio internazionale e sulla geopolitica mondiale.
Tre città da non perdere: Pechino, Shanghai e Xi’an
Pechino, capitale della Cina, è una città intrisa di storia millenaria e meraviglie.
Al centro della metropoli si erge la Città Proibita, dimora imperiale che ha servito gli imperatori cinesi per oltre 5 secoli, nei cui pressi si trova anche Piazza Tian’an Men.
Da notare sono anche il Tempio del Cielo, un complesso religioso taoista di dinastia Ming, e la Grande Muraglia Cinese a nord della città.
Shanghai, conosciuta come Perla d’Oriente, è una città moderna e dinamica. L’iconico skyline dominato dalla Torre di Shanghai, alta 600 metri, è mozzafiato.
Lungo il fiume Hunapu si estende in Bund, famosa striscia costiera con edifici storici in stile coloniale; un altro punto iconico della città è Xintiandi, noto per le antiche strade shikumen.
Xi’an è il punto di partenza della Via della Seta e sede dei guerrieri di terracotta. Scoperti nel 1974, sono una collezione di statue realizzate piu di due millenni fa per accompagnare il primo imperatore di Cina nel suo viaggio verso il regno ultraterreno.
